Visitare Las Vegas significa entrare ed esplorare tutti gli alberghi, ognuno dei quali nasconde sorprese e meraviglie. Partendo dal fondo della “Strip” (la via principale) si incontrano il recentissimo Mandalay Bay appena innaugurato, il Luxor Piramide e Sfinge all’ingresso ed ambientazione egiziana all’interno con tanto di viaggio sul nilo, l’Excalibur, con un’ambientazione medievale. Poi ecco il New York New York con l’Empire State Building, il Chrysler Building, la Statua della Libertà ed il ponte di Brooklyn intersecati da un bel rollercoaster e poi, all’interno, Wall Street.
E ancora, l’MGM: l’hotel piu’ grande del mondo: 5600 camere, ospite un’arena per incontri di boxe e un parco a tema prossimo alla chiusura, il Tropicana, il nuovo Aladdin, il Montecarlo, poi una riproduzione di Parigi ed infine la parte più spettacolare della “Strip”. Si comincia dal Bellagio con la ricostruzione di un paese sul lago di Como, con bellissimi interni (da non perdere il giardino e lo shopping center) e con uno stupendo spettacolo di giochi d’acqua. Si continua con il Caesar Palace: assolutamente da non perdere lo shopping center al suo interno con una ricostruzione delle vie di Roma con statue, fontane e cielo azzurro che simula l’alba, il giorno, il tramonto e la notte in un ciclo di tre ore; sempre al Caesar lo show della fontana di Atlantis con fuoco e fiamme. Dal Caesar si passa al Mirage (3000 camere circa), con un ingresso principale lussureggiante e con le tigri bianche di Siegfried & Roy; da non perdere l’eruzione del vulcano antistante l’hotel ripetuta ogni sera ad intervalli di 15 minuti. Poi il Treasure Island, molto simile alle attrazioni dei Pirati di Disneyland o Gardaland e la sera con spettacolo di battaglie navali all’esterno. E di fronte, il Venetian, che riproduce una Venezia quasi perfetta con tanto di Canal Grande e gondolieri che dovrebbe avere uno spettacolare shopping center. La permanenza media a Las Vegas si aggira sui tre giorni. Durante il giorno visita, gira, guarda, và sulle giostre dei grandi alberghi o dei parchi di divertimento. Nella prima parte della serata cena in uno dei ristoranti più particolari e tipici (da segnalare è quello dell’albergo Stratosphere dove eravamo alloggiati noi, che gira su se stesso nell’arco di un ora, a trecento metri da terra, offrendo una vista incredibile della città e dei suoi dintorni.
Death valley
Da Zabriskie Point abbiamo già una prima vista panoramica su questa valle della morte: è uno dei luoghi più desolati e inadatti alla vita umana che ci siano al mondo.Qui in estate si registrano temperature che sfiorano i 50 gradi.Il fondo valle, ricoperto da una spessa crosta di sale, è una vasta zona desertica pianeggiante che si estende per oltre 400 km quadrati.
Questa degrada lentamente fino a raggiungere Badwater a quasi 86 metri sotto il livello del mare.
Si tratta del punto più basso di tutto il continente americano
Calico, The Ghost Town, la città fantasma è una di quelle città tipicamente americane, che hanno vissuto un periodo d’oro per la scoperta di qualche giacimento di metallo prezioso (argento), e che esaurito il filone, vengono poi abbandonate. E’ una cittadina piccola, ma con deliziosi negozietti di artigianato, che meriterebbero qualche dollaro. C’è anche lo scontro a fuoco fra sceriffo ed immancabile delinquente.
Hollywood
Questa città oltre ad essere il cuore della cinematografia mondiale, come detto, è la città che al suo interno presenta tanti quartieri uno più famoso dell’altro, da Hollywood, appunto, a Beverly Hills per arrivare poi alle strade che ospitano le ville dei divi nella rinomata Bel Air.
Asse centrale del turismo hollywoodiano è, naturalmente, l’Hollywood Bd., che ospita la celebre Walk of Fame, tre chilometri di stelle di bronzo incastonate nel marciapiede più osservato del mondo. Attualmente, le star immortalate nella Walk sono 2500, ma crescono al ritmo di una al mese.
Tradotta in italiano la Hollywood Walk of Fame vorrebbe dire “passeggiata hollywoodiana della fama” e fu creata nel 1958 con l’intento di rappresentare un tributo agli artisti che lavorano nell’industria dello spettacolo, sia davanti che dietro alla cinepresa.
A Hollywood resta, troneggiante sulla collina, la grande scritta in lettere bianche (originariamente costruita come annuncio pubblicitario per un’agenzia immobiliare).
Costa Californiana
Oggi, dunque, puntiamo a Nord, verso Frisco (san Francisco). Rapidamente ci lasciamo alle spalle Los Angeles, e dopo una breve sosta a Santa Monica, risaliamo la costa. Il paesaggio è stupendo, rocce a picco sul mare per decine di chilometri. Sulla strada incontriamo posti incantevoli, il primo è Santa Barbara, dove “calano” i ricchi di Los Angeles che preferiscono il mare. Sono cittadine tutte ordinate, molto tranquille, anche se abitate da centinaia di migliaia di persone.
Lasciata Santa Barbara, costeggiamo ancora l’oceano, quando la nostra attenzione si posa su di un parcheggio. Curioso come sono mi fermo. è una riserva di fleonoi marini A centinaia per non dire migliaia sdraiati sulla battigia manna per i fotografi, sono enormi e vicini.
200 km prima di San Francisco, lungo l’aspra costa californiana, si trova il golfo di Monterey. Alla fine della strada più famosa e più turistica di Monterey, chiamata Cannery Row, sorge il famosissimo Monterey Bay Aquarium dove si può osservare la ricchissima vita marina della Monterey Bay. L’idillico tratto delle 17 miglia, che percorre il litorale della penisola fra Monterey e l’incantevole cittadina di Carmel by the Sea, si snoda fra lussureggianti campi di golf e scogli coperti da foche e da leoni marini
“49 Miles Drive”, un giro di 49 miglia (circa 75 km) dove si vede il meglio di SF. Ed infatti il giro è molto bello, ci risparmia un vagabondaggio senza senso. Perciò nell’ordine vediamo:l’Oakland bay bridge, Market street, Union Square, il Nob Hill (il centro), il quartiere finanziario, Chinatown, North Hill (il quartiere italiano), il Fisherman Wharf, il molo 41, Fort Mason, Lombard street e molte vie tipiche di Frisco, il Presidio, un parco immenso che ci porta sotto il Golden Gate Bridge, percorrendo “El Camino del Mar” arriviamo in una zona molto suggestiva ovvero casette singole di due piani,in legno, coloratissime, in puro stile “vittoriano”
il giorno dopo visita ad uno dei simboli di San Francisco Alcatraz. Per noi Alcatraz è un carcere, certamente, vi rinchiusero Al Capone, anche… ma è un film con Clint Eastwood. Non si ha la più pallida idea di quello che può essere stata la vita qua dentro. Celle strettissime (2m di larghezza, 3 di lunghezza e 2 di altezza) su tre livelli in file di circa 30 fanno capire che le condizioni erano terribili. Inoltre la “Norma 5” del Regolamento del Penitenziario diceva: “Avete diritto a vitto, alloggio, indumenti ed assistenza sanitaria. Tutto il resto consideratelo un privilegio”
un consiglio andate a mangiare qualche volta nelle “Steak House” e non vi pentirete.
Mi piace come scrivi, ritorno qui a leggere altri articoli