Luglio 2006 all’età di sessant’anni Syd Barrett, storico fondatore dei Pink Floyd, è morto qualche giorno fa, lontano dai clamori nella sua piccola casa della nativa Cambridge.
Grazie a lui la storia del rock mondiale ebbe la possibilità di arricchirsi di quella fondamentale band che risponde al nome di Pink Floyd. Era il 1965 quando lo studente d’Arte Roger Keith Barret (questi i veri nomi di ‘Syd’), insieme al suo collega Roger Waters decisero di mettere in piedi quella che sarebbe divenuta una delle band più conosciute e importanti della Storia del Rock.
Lasciò la band tre anni dopo, quando la collaborazione con gli altri divenne difficile anche a causa dell’abuso di droga. Furono gli altri della band a imporre a Syd di lasciare il gruppo quando la sua vena creativa era sempre più spesso offuscata dai disturbi mentali e dall’uso di allucinogeni, soprattutto Lsd. Di fatto, a 21 anni, Syd aveva già perso il ‘’contatto con la realtà’’ e nei concerti smetteva di cantare improvvisamente, o cantava la stessa nota per lunghi minuti.
Dopo il primo disco (‘’The piper at the gates of dawn’’ – 1967), in ‘’A Saucerful of Secrets’’ del 1968, Barrett firmò un’unica canzone, ‘’Jugband blues’’, una canzone intrisa dal sentore di un imminente addio.
Dopo essere uscito dal gruppo, Barrett ha registrato degli album come solista, mantenendo sempre rapporti artistici con i suoi ex compagni David Gilmour e Roger Waters.
Come solista Barrett incise nel ‘70 ‘’The Madcap Laughs’’ (Il pazzo ride) e ‘’Barrett’’, realizzati grazie all’aiuto soprattutto di David Gilmour. Poi un salto nel tempo per arrivare, a parte alcuni bootlegs – registrazioni artigianali durante i concerti – fino al 1988. L’album è ‘’Opel’’ pubblicato dalla Emi. Nel 2001 è la volta di ‘’Wouldn’t You Miss Me?’’ ma è solo un The Best, una raccolta di pezzi famosi.
Alla fine del 1972 Syd Barrett fu ricoverato per la prima volta in una clinica psichiatrica, esperienza che negli anni successivi si ripetè più volte. Su di lui calò il sipario, al punto che in certi momenti fu addirittura dato per morto, nonostante la sua influenza continuasse a riflettersi su intere generazioni di rockers, esordienti o meno.
Nel 1975 i Pink Floyd gli dedicarono un commosso omaggio con la canzone ‘’Shine On You Crazy Diamond’’, cioè ‘Splendi, folle diamante’; una dedica commossa che si rifletteva anche nel titolo dell’intero disco, ‘’Wish You Were Here’’, cioè ‘’Vorremmo che fossi qui’’.
Si narra (e sembra che sia un fatto vero, tra tutti quelli nati in virtù della leggendaria aurea che coprì subito la sua vita) che Barrett andò nello studio di registrazione per ascoltare in anteprima il brano. Era già trasfigurato rispetto a quel che ricordavano i compagni, grasso calvo, un po’ svagato. Il suo commento fù: ‘’mi sembra un po’ datato, che dite?’’, rivolto ai compagni con un sorriso rivela però che la sua originalità musicale non era spenta. Dopo diversi anni di ricovero ospedaliero e di reclusione casalinga (affidato alle cure della madre e della sorella), nel 1977 Barrett ricomparve per un attimo, grasso e calvo, nello studio di registrazione dei Pink Floyd e nel 1982 rilasciò la sua prima intervista dopo dodici anni.
Il folle, geniale Syd, nella sua casa vicino alla campagna inglese, da molti, molti anni viveva in solitudine e isolamento, facendosi chiamare semplicemente Roger. Dipingeva, riceveva pochissime sporadiche visite. Negli ultimi anni la passione per la pittura aveva preso il posto della musica.
A dare notizia del suo decesso, di cui sono ancora ignote le cause (alcune agenzie parlano di diabete, altre fonti hanno parlato di un tumore), è stato un portavoce anonimo della sua ex band, poi è giunta la conferma del fratello, che ha parlato di una morte serena a casa e ha annunciato un funerale in forma privata.
Il mondo musicale è diviso sull’impatto di Barrett sulla qualità musicale di una delle band di maggior successo della storia del rock (200 milioni di dischi venduti), ma certamente l’influenza delle idee dell’artista di Cambridge sulla musica contemporanea è elevatissimo. Le innovazioni musicali che Barrett introdusse in ‘’The piper at the gates of dawn’’, sono tra i capisaldi della psichedelia e hanno esercitato un’influenza enorme sui musicisti di tutto il mondo. David Bowie parla di una ‘’grande fonte di ispirazione’’: ‘’Le poche volte che l’ho visto dal vivo negli anni ‘60 rimangono impresse nella mia mente. Peccato solo che non l’abbia mai conosciuto di persona’’.
I sui ex colleghi Pink Floyd hanno reagito alla notizia dichiarandosi ‘’tristi e sconvolti’’: ‘’Syd era la luce che ci guidava nei primi anni del gruppo e il suo lascito continua a ispirarci’’. Nel luglio del 2005, in occasione della storica riunione sul palco del Live8, Roger Waters, disse: ‘’Stiamo facendo ciò per tutti coloro che non sono qua, in particolare per Syd’’.
In questo modo ha voluto ricordare l’amico, quell’amico un po’ genio, un po’ sperimentatore, che tanto ha caratterizzato il rock.
CIao Syd continua a splendere……………